Olga Tokarczuk coniuga la struttura del thriller con tematiche esistenziali ed ambientaliste e dà vita ad un romanzo con un linguaggio unico ed una trama avvincente.
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La trama di “Guida il tuo carro sulle ossa dei morti”
Prometto di non raccontarvi nulla che non possa essere considerata una premessa a questa storia che ho trovato di una bellezza singolare.
Protagonista di questo romanzo di poco più di 250 pagine è l’eccentrica Janina Duszejko, anziana insegnante di inglese di uno sperduto villaggio, che vive sola nel bosco, in completa armonia con gli animali che vivono in quella zona ed isolata dal resto della Comunità.
L’unico a farle talvolta compagnia è un suo ex-allievo che condivide con lei la passione per le traduzioni di William Blake e che è legato a lei da un profondo affetto.
Quando nel bosco vengono rinvenuti i corpi di alcuni uomini, questa donna, con uno spirito indipendente ed una spiccata sensibilità, è l’unica ad essere convinta che si tratti di una serie di omicidi ed inizia una sua indagine seguendo quelle che ritiene essere inconfutabili tracce.
Guidata dall’astrologia e dalla lettura dei segni che il mondo le offre pian piano coinvolge, a loro malgrado, anche il resto degli abitanti del villaggio, in una escalation inaspettata e spiazzante.
I “Proverbi infernali” di William Blake
Mi sono chiesta per quasi tutto il libro da dove venisse questo titolo così particolare, versi che ho poi scoperto appartenere ai “Proverbi infernali” di William Blake – contenuti nella sua raccolta “Il matrimonio del cielo e dell’inferno” – e che alla fine, solo alla fine, ho compreso appieno.
Questo romanzo sembra scritto da qualcuno che appartiene ad un altro mondo e guarda il nostro con un misto di profonda partecipazione e doloroso distacco.
Cosa sono questi Disturbi che accompagnano l’anziana protagonista per tutto il suo racconto in prima persona?
Entriamo in una toccante e singolare sensibilità, così pura e connessa al senso profondo dell’essere e del mondo che pare folle dal tanto contrasta con la cieca inumanità diffusa che quasi più nessuno sembra mettere in discussione.
Il linguaggio qui è scrigno di una sacralità che mi è sembrato di toccare con mano ogni volta che la Tokarczuk scrive una parola di uso comune con la lettera maiuscola.
Le parole hanno un peso, hanno il potere di connetterci (o disconnetterci) da noi stessi e dal mondo, di fare emergere dal caos la Natura in ogni dove.
Olga Tokarczuk, Premio Nobel per la Letteratura
Scrittrice polacca nata nel 1962, è una delle autrici più apprezzate in Polonia e le sue opere – dalle raccolte di poesie ai romanzi – tradotte in più lingue, l’hanno fatta conoscere al Mondo intero.
Già vincitrice di numerosi premi letterari, nel 2018 le viene conferito il Nobel per la Letteratura per “un’immaginazione narrativa che, con passione enciclopedica, rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita”.
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